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Dopo più di 30 anni di onorata carriera il Walkman va in pensione. Sony, la società che lo ha lanciato nel 1979 (sfornandolo in oltre 220 milioni di esemplari), ha annunciato infatti che farà cessare la produzione del dispositivo.



Nell’era dell’iPod e della musica in formato digitale non c’è più spazio per un lettore a cassetta, nemmeno per quello che per molti anni è stato il device portatile per antonomasia. Basti pensare che nell’ultimo anno la casa giapponese ne ha venduti solo 3mila esemplari (contro gli oltre 600mila iPod).

Come spesso succede per le grandi invenzioni, anche il Walkman è nato quasi per caso. Si narra infatti che il primo dispositivo fu creato partendo da un vecchio registratore audio a cassetta (di quelli utilizzati dai giornalisti per raccogliere interviste), opportunamente modificato per consentire a Masaru Ibuka, co-fondatore della Sony e a lungo presidente della casa, di ascoltare le sue opere liriche preferite anche durante i viaggi in aereo. Gli ingegneri della Sony, per compiacere il capo, tolsero all’apparecchio la funzione di registrazione, gli aggiunsero un suono stereo e una presa per le cuffie, dando così vita al primo Walkman.

Anzi al primo Walky, giacché fu questo in un primo momento il nome del dispositivo. Fu per non innescare una battaglia legale con Toshiba (che utilizzava la stessa denominazione per le sue radio portatili) che la casa decise di trasformarlo in Walkman, in omaggio anche al vecchio Pressman. Un nome che comunque non ebbe vita facile, almeno all’inizio, tanto da essere modificato a seconda Paesi: negli Stati Uniti, ad esempio, il lettore si presentò come Soundabout, in Inghilterra come Stowaway e in Australia come Freestyle.

Con il Walkman se ne va un altro pezzo di storia dello scorso millennio tecnologico, già recentemente colpito dalla “perdita” del glorioso floppy-disk . E c’è già chi scommette sulla prossima vittima designata: il compact disc.