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Intercettazioni, Genchi si difende - Il Copasir potrebbe ascoltare il premier
Pubblicato da Corriere della Sera in Intercettazioni • 24/01/2009

Di Pietro: Bufale da Berlusconi. Il Cavaliere: Io in archivio? Il problema non è questo

Fonti parlamentari: «Previste audizioni eccellenti». Il consulente di De Magistris: «Vili attacchi»

MILANO - Polemica sulle intercettazioni all'indomani delle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi a proposito dell'archivio Genchi (Gioacchino Genchi, consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris a detta del presidente del Consiglio «ha messo sotto controllo 350 mila persone»). «Esploderà il più grande scandalo della nostra storia» aveva detto sabato Berlusconi. E il premier è tornato sulla questione spiegando di non essere preoccupato da un'ipotetica presenza del suo nome nell'archivio Genchi. «Non me ne importa nulla, non c'entro io, c'entrano tutti - spiega il premier - c'entra ogni cittadino, non c'entra che sia Berlusconi o un altro. Bisogna tutelare la privacy di tutti i cittadini». Intanto da fonti parlamentari si apprende che il Copasir potrebbe ascoltare anche Silvio Berlusconi. In questi giorni il presidente del Comitato parlamentare per i servizi segreti, Francesco Rutelli, avrebbe mantenuto i contatti con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. I due avrebbero concordato sulla necessità di andare a fondo sulla vicenda che ha portato alla "scoperta" dell'archivio contenenti migliaia di tabulati telefonici di esponenti politici e delle istituzioni. Per questo motivo potrebbero essere sentiti di nuovo i capi dei servizi, oltre a Genghi e De Magistris. E per questo motivo il Copasir potrebbe valutare di sentire anche Cavaliere. Quel che è certo è che per far luce sull'archivio Genchi acquisito dal Copasir, «saranno ascoltati - riferiscono fonti ben informate - esponenti ai massimi livelli».



«VILI AGGRESSIONI» - Lo stesso Genchi è intervenuto nella vicenda. «Il mio ruolo ed il dovere di riservatezza connesso alle mie funzioni non mi consentono di replicare alle vili aggressioni che sto subendo, soltanto per avere fatto bene il mio dovere, con scrupolo, onestà ed indipendenza, solo a servizio della giustizia» ha spiegato l'uomo che ha svolto per l'ex pm De Magistris consulenze su tabulati telefonici che sono ora al centro di polemiche politiche. «Di una giustizia che oltre al rigore della legge - ha detto Genchi - sapesse affermare i principi costituzionali di uguaglianza. Purtroppo ho dovuto prendere atto che da un certo tempo a questa parte in Italia la legge non è più uguale per tutti». Parafrasando un romanzo di Andrea Camilleri, La concessione del telefono, Genchi ha aggiunto: «Consiglio a Berlusconi, Cicchitto, Rutelli, Gasparri ed a quanti altri in questi giorni parlano a sproposito di me di leggere La concessione del telefono di Camilleri. Lì c'è la mia storia ed uno spaccato di quanto sta accadendo oggi in Italia».

DI PIETRO: «BUFALA DEL PREMIER» - Per il leader dell'Idv Antonio Di Pietro «l'allarme intercettazioni rilanciato da Berlusconi è una bufala». Quella del premier, ha scritto l'ex pm sul suo blog, è «una furbata bella e buona per confondere le idee all'opinione pubblica. Egli sta giocando d'anticipo per smorzare l'indignazione che potrebbe causare l'imminente legge che si accinge a varare sulla limitazione dell'uso delle intercettazioni da parte dei magistrati». Secondo Di Pietro, infatti, «non è vero che Gioacchino Genchi ha messo sotto controllo 350.000 persone, né è vero che ci siano mai state intercettazioni telefoniche o acquisizioni di tabulati telefonici avvenute abusivamente o in modo non consentito dalla legge o nei riguardi di persone che, per il loro ruolo di parlamentari o agenti segreti, non potevano essere intercettati».

«IL CASO APPRODI IN PARLAMENTO» - Dura la replica di Maurizio Gasparri alle parole del leader dell'Italia dei Valori. «Il coniglio Di Pietro, che fugge da un confronto serio sulle malefatte sue del figlio e del gruppo che ha radunato attorno a sé, come era prevedibile difende la allucinante opera di Genchi& Co. che hanno illegalmente schedato, spiato e intercettato centinaia di migliaia di persone». Il capogruppo del Pdl al Senato ha chiesto che della vicenda si occupi il Parlamento. «È forse tempo che lo scandalo Genchi-De Magistris esca dal Copasir e approdi in Parlamento e in Procura» ha detto Gasparri.

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