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Non ho mai intercettato nessuno, non ho mai sottratto un dato telefonico, ho lavorato solo per lo Stato e i magistrati che mi affidavano la consulenza. E solo a loro ho sempre riferito».
Questo continua a ripetere instancabilmente
Gioacchino Genchi, 47 anni, siciliano di Castelbuono, da oltre 20 anni consulente di tante Procure, giudici e Corti d'assise nei processi più delicati e complessi. Una difesa, la sua, ripetuta anche venerdì scorso ai microfoni della Rai e che il poliziotto in aspettativa con il pallino della telematica dovrà approfondire in sedi istituzionali e giudiziarie. Presto, infatti, lui e l'ex Pubblico ministero di Catanzaro, Luigi De Magistris, ex titolare delle inchieste Why not e Poseydon, saranno chiamati a rispondere alle domande del Copasir, l'organismo parlamentare che verifica l'operato dei Servizi. La prossima riunione del Copasir su questo caso, è fissata per venerdì 30 gennaio. Intanto Governo e maggioranza, premier in testa, tengono alta la temperatura sul caso Genchi per ribadire la necessità immediata di incidere sull'uso delle intercettazioni nelle indagini giudiziarie. Ma con il caso Genchi, le intercettazioni c'entrano ben poco…