Londra, 19 Giugno 2005: Gary McKinnon tenta una nuova mossa per cercare di bloccare quanto sembrava ormai inevitabile, ossia la sua estradizione negli USA dal Regno Unito. Il cracker si è appellato alla Camera dei Lord affinché riconsideri il processo di estradizione a suo carico e consenta che il procedimento giudiziario che lo riguarda non si apra negli States ma si concluda nel Regno Unito. McKinnon quattro anni fa aveva sfondato i siti e i server di alcune importanti organizzazioni governative statunitensi, in particolare il Pentagono e la NASA. La ragione che ha addotto per una simile mossa è stata la ricerca di informazioni sugli UFO: il Governo statunitense tratterrebbe a sé dati di fondamentale importanza in materia.
Per i suoi reati McKinnon è stato arrestato e subito dopo è iniziato un lungo tira e molla tra autorità britanniche e polizie statunitensi. I procuratori nordamericani intendono sottoporre il cracker ad un procedimento che sia di esempio per la comunità degli smanettoni, tanto più che le azioni di McKinnon sulla carta potrebbero costargli decenni di carcere.
Il procedimento di estradizione si è concluso da tempo, ormai l'estradizione è lì lì per avvenire. Da qui l'ultimo appello del cracker nella speranza di rimanere nel Regno Unito, dove la normativa per quanto severa è assai meno pesante e punitiva di quella statunitense.
L'arresto Londra, 9 Giugno 2005: C'è tensione in queste ore tra la polizia di Londra e quella americana in seguito all'annuncio con cui Scotland Yard ha fatto sapere di aver arrestato martedì pomeriggio il cittadino britannico Gary McKinnon. Le due polizie non sono infatti d'accordo su come gestire il caso.
All'uomo, 39enne disoccupato, vengono contestate alcune delle più gravi incursioni telematiche mai realizzate. In particolare, gli inquirenti ritengono che McKinnon abbia utilizzato le proprie conoscenze tecniche per aggredire ripetutamente tra il 2001 e il 2002 una quantità di server militari: si parla in particolare di 53 attacchi a reti della Difesa statunitense, dal Pentagono all'Air Force, e ad alcuni altri colpi sferrati contro i server della NASA, cracking effettuati col preciso scopo di intimidire il governo degli Stati Uniti.
L'uomo, secondo l'FBI, è costato alle casse americane almeno un milione di dollari, una somma che comprende tutti gli oneri impiegati per comprendere la tipologia delle incursioni subite e rimettere in sicurezza i sistemi. Secondo gli inquirenti americani, infatti, non solo il cracker avrebbe cancellato molti materiali, e ne avrebbe copiati molti altri, ma avrebbe anche inserito backdoor di accesso per garantirsi la possibilità di entrare nei sistemi colpiti in qualsiasi momento, una pratica peraltro comune in questo genere di aggressioni.
L'estradizione dal Regno Unito agli Stati Uniti non è scontata, secondo le autorità britanniche, ma McKinnon è già stato condannato in contumacia negli USA nel 2002 dal Grand Jury federale, che gli contesta crimini compiuti in 14 diversi stati. "McKinnon è imputato del più grave attacco telematico di tutti i tempi".