Google e la nuova informativa sulla privacy: i vostri dati saranno un po’ meno vostri
Un modo per dirlo è che
Google nel prossimo mese riscriverà le proprie
informative sulla privacy, rendendole più snelle e comprensibili . Un altro modo è dire che Google a partire da marzo, avrà facoltà di
combinare le informazioni che gli utenti Google forniscono ai suoi diversi servizi per modificare l’esperienza di utilizzo dei vari prodotti (un po’ come ha cominciato a fare con la nuova ricerca personalizzata). Un altro ancora è dire che di qui a un mese Google potrà
seguire molto più da vicino la vostra attività sui suoi canali e disegnare un profilo utente molto più accurato, utile a piazzare ad
pubblicitari ultrapersonalizzati.
Sono tre versioni diverse della faccenda, e hanno tutte e tre qualcosa di vero.
Ma partiamo dal principio.Nella giornata di ieri, sul blog ufficiale di Google, l’azienda di
Mountain View ha introdotto la notizia così: “
Attualmente abbiamo più di 70 (sì, avete letto bene… 70) documenti riguardanti la privacy che coprono tutti i nostri diversi prodotti. Questo approccio è un po’ troppo complicato. Inoltre, è contrario ai nostri sforzi di integrare i nostri diversi prodotti così da creare per l’utente un’esperienza delle funzionalità Google meravigliosamente semplice e intuitiva. Perciò, stiamo per rilasciare nuove informative sulla privacy che copriranno la maggior parte dei nostri prodotti spiegando quali informazioni stiamo raccogliendo, e come le utilizziamo, in modo di gran lunga più comprensibile”.
Sulla carta, la mossa di Google sembra essere volta a
consapevolizzare maggiormente l’utente. In effetti, ben pochi si prendevano la briga di leggersi 70 pagine di informative sulla privacy, e se da marzo questa mole di documenti verrà ridotta a una sola informativa, sarà più facile per l’utente sapere come Google utilizza i suoi dati personali. Tuttavia, difficilmente le frecce scoccate da Google hanno un unico obiettivo, soprattutto quando c’è in ballo la
privacy. Per capirlo basta guardare il video ufficiale allegato alla notizia (lo trovate in fondo all’articolo), dove Google dichiara esplicitamente che, grazie alla possibilità di combinare le informazioni che l’utente affida ai singoli servizi (Gmail, Google+, Youtube etc.), Google riuscirà a
rendere le ricerche ancora più personalizzate e “capire con esattezza cosa tu stia cercando veramente”.
Per chi ancora non riuscisse a leggere tra le righe, Google rende esplicitamente chiaro il concetto poche righe più avanti: “
La nostra nuova informativa sulla Privacy chiarisce il fatto che, se sei un utente registrato, potremmo combinare l’informazione di un servizio con quelle di altri. In breve, ti tratteremo come un singolo utente per tutti i nostri prodotti, il che significherà un’esperienza di Google più semplice e intuitiva.”
Peccato però che quello stesso utente non abbia
nessuna possibilità di impedire che i dati relativi al suo utilizzo di
YouTube, per esempio, vengano trasmessi anche a tutti gli altri siti Google. “Quando annunciato da Google in fatto di privacy è frustrante e un po’ spaventoso” ha dichiarato al
Washington Post James Steyer, capo esecutivo di
Common Sense Media “
Anche se l’azienda crede che seguire gli utenti attraverso tutte le piattaforme migliori i loro servizi, gli utenti dovrebbero poter avere la possibilità di fare opt out, specialmente i ragazzini e gli adolescenti che utilizzano avidamente YouTube, Gmail e la ricerca Google.”
Qualcuno è arrivato a speculare che Google stia cercando di rendere più compatto e centralizzato il suo universo per offrire agli utenti un’esperienza omogenea come quelle di
Apple e
Facebook. Il problema è che per farlo, il colosso di Mountain View vuole percorrere al contrario il normale percorso evolutivo di un’azienda, che di solito parte offrendo un tipo di servizio e solo in seguito lo ramifica e diversifica. Così facendo, Google presta ancora il fianco alle accuse sulla
violazione della privacy dei propri utenti, attirando ancora una volta sul suo operato l’attenzione delle autorità garanti.
“
La prospettiva è quella di aumentare i benefici per gli utenti in termini di servizio” ci ha dichiarato in proposito un portavoce di Google “Già oggi ad esempio c’è un’integrazione dei dati tra Gmail e Calendar, e nessuno percepisce come invasione il fatto che su calendar ti viene proposto un indirizzo Gmail. Tuttavia, se qualcuno vede in questo uno svantaggio e non vuole, ad esempio, che informazioni legate a YouTube vengano trasmesse tra i vari servizi può creare altri account, quanti ne vuole, e switchare da un account all’altro.”
In alternativa, come extrema ratio, può decidere di
esportare tutti i dati relativi ai prodotti Google, sfruttando la funzionalità
Takeout.