Il dieci per cento dei genitori ha trovato un modo per accedere all'account
Facebook dei propri figli e in 8 casi su 10 ha eliminato informazioni delicate inserite dai propri figli.
Lo studio condotto da
Truste, specializzato in servizi e software per la difesa della privacy, ha interessato 2000 famiglie e analizzato in che modo i figli vengono in un certo senso monitorati a distanza dai genitori per mezzo dei Social Networl.
Preoccupazione e desiderio di sicurezza per i propri figli sono le due cause più comuni che spingono i genitori a spiare o addirittura accedere agli account Facebook dei figli, con il timore che soprattutto i più piccoli, possano rivelare informazioni riservate ad estranei.
Dai dati emerge che il 50% dei genitori fa un controllo settimanale di quanto pubblicato dai propri figli, il 35% controlla ogni giorno e il 10% ogni mese.
Se per molti adolescenti la privacy è qualcosa di intangibile e poco importante, non lo è altrettanto per i genitori che a costo di forzare gli account dei figli pretendono di averne in qualche modo un controllo.
I dati parlano chiaro anche sulla ingenuità dei più piccoli: il 68% ha accettato come amico una persona sconosciuta e addirittura l'8% accetta chiunque si proponga.
Di contro, gli adolescenti si armano di trucchi utili per sviare i propri genitori: l'80% utilizza le impostazioni privacy per escludere o limitare le informazioni visibili dai genitori.