Il quotidiano della Corea del Sud ‘
Joongang’ ha riferito che un gruppo di
33 hacker è riuscito a ingannare con successo diversi giocatori di poker online per un periodo di sei mesi per un guadagno di
$ 45.265, prima di essere catturati di recente. Ancora un volta l’Asia è protagonista di un meccanismo di cheating, dopo il caso della collusion di squadra cinese su PokerStars.
Il capo della gang coreana, di cui è stato reso solo il nome, Yu, e l’età, 30 anni a quanto pare avrebbe acquistato un programma informatico chiamato ‘Netbot Attacker‘ da un hacker cinese per una cifra tra
$ 2,500 e
$ 12,500 nel novembre scorso.
Yu hai poi venduto il programma al 29enne Kim che, insieme ad una banda di hacker, è riuscito ad infettare oltre 11.000 computer installati in oltre 700 Internet Cafè in Sud Corea. Il trucco è che attraverso il programma
riuscivano a vedere le carte degli avversari, ottenendo così un vantaggio sleale su qualsiasi giocatore di poker si sedesse al tavolo verde virtuale insieme a loro.
‘Netbot Attacker già in passato aveva causato problemi in Corea del Sud. Il 7 Luglio, 2009, per esempio, parecchi siti web del governo sudcoreano e delle principali banche del paese sono diventati inaccessibile per quasi una settimana dopo un attacco che infettatò 50.000 PC.
Un portavoce della polizia ha detto che il suddetto programma ha la capacità di aggiornarsi ad un ritmo velocissimo che gli permetterebbe di sfuggire a firewall ed antivirus. Così La banda di conseguenza, è riuscita a raggranellare guadagni illeciti dal novembre dello scorso anno fino a maggio, quando la polizia coreana coadiuvata dalla National Intelligence Service è riuscita finalmente a scovarli.
Nel frattempo, i giocatori di poker online sudcoreani sono stati avvertiti di fare particolare attenzione qualora decidessero di giocare in uno degli Internet café del paese.