Allarme phishing : arrestata banda di hacker, coinvolti anche 20 liceali milanesi
Funziona così: si inviano migliaia di false mail di vari istituti di credito in cui, con un pretesto, si chiede ai destinatari di inserire le coordinate di accesso al proprio conto (home banking). Se il malcapitato è effettivamente un correntista online della banca indicata nel messaggio, può capitare che si abbocchi alla trappola del
Phishing.
Niente di nuovo sotto al sole, direte voi. Eppure è successo ancora, a 132 cittadini derubati complessivamente di 180mila euro. E la notizia è che, stavolta, tra i complici della truffa, figurano anche 20 studenti di un liceo classico del milanese. Sono quasi tutti maggiorenni, di buona famiglia e ceto medio, quindi senza problemi economici. Venivano contattati da un ex alunno egiziano dello stesso istituto, il loro compito era incassare i bonifici bancari ottenuti dal phishing e girare i contanti ai capi area dell’organizzazione criminale, guadagnando ogni volta una percentuale del 15 o 25%. Che vuol dire davvero poca roba, se consideriamo che ogni operazione oscillava tra i 400 e i 1000 euro. Il capo area tratteneva per sé un altro 25% e il resto lo spediva in Romania.
I liceali sono stati scoperti nell’ambito dell’operazione “Oracolo”, condotta dalla polizia postale della Lombardia, in collaborazione con l’Interpol e la polizia rumena. Un’indagine avviata quasi un anno fa, quando nel luglio 2009 la “security room” di Poste Italiane – un sistema di controllo e allarme che vigila su 60mila sportelli – aveva consentito di bloccare in flagranza alcuni truffatori durante il prelievo di denaro. Dopo alcuni mesi, gli investigatori – analizzando i filmati a circuito chiuso di banche e poste – sono riusciti a costruire l’intero organigramma della banda: 21 persone di varie nazionalità (12 rumeni, 7 egiziani e 2 italiani). Tra questi vi erano i 4 capi area che accompagnavano i “cavallini” (la manodopera) nelle filiali, tenendosi sempre opportunamente in disparte.
Ai 20 studenti italiani si devono aggiungere altri 147 indagati a piede libero, per truffa, riciclaggio e possesso di documenti contraffatti. Di questi altri cavallini, una trentina sono italiani. Il resto? Poveri cristi extracomunitari. Disperati, spesso tossicodipendenti, tutti arruolati a Milano, fuori alle mense per i poveri o in zona stazione centrale. I capi area avevano, tra l’altro, il compito di ripulirli e renderli presentabili, tanto da non insospettire gli impiegati agli sportelli.
L’11 giugno sono stati arrestati, tra Italia e Romania, 13 membri dell’organizzazione. Gli altri 8 truffatori sono stati individuati e sottoposti a ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sono accusati di: uso fraudolento di dispositivi di home banking, riscossione di bonifici in frode, con il conseguente invio di denaro in Romania e la ricarica di utenze cellulari.