Harry Potter non c'entra, la magia ancora meno.
Il mantello dell'invisibilità messo a punto dai ricercatori della University of California di Berkley misura appena 4 micrometri e prima che un essere umano lo possa indossare e scomparire ci vorranno parecchi anni.
Nonostante ciò il traguardo raggiunto dalla squadra capitanata dal dott. X. Zhang segna un passo epocale.
È la prima volta infatti che l'uomo riesce a far sparire un oggetto (per quanto minuscolo) dallo spettro dell'infrarosso.
Se noi vediamo un oggetto è perché la luce lo colpisce e viene riflessa fino alla retina.
Per nascondere oggetti ai nostri occhi il mantello invisibile di Zhang si serve di una sorta di inganno.
Fisicamente ha la forma di una microscopica cupola, ma quando le onde luminose lo colpiscono vengono riflesse come se la sua superficie fosse assolutamente piatta. Com'è possibile?
Il merito è della particolare struttura molecolare del mantello (composto da un wafer di silice e silicio) realizzata appositamente perché imiti alla perfezione la capacità di rifrazione di una superficie piatta. In questo modo il mantello riesce a sparire (e a nascondere qualsiasi cosa ci venga messa sotto) ai rilevatori sintonizzati su una certa frequenza.
Non è la prima volta che Zhang ottiene risultati simili. Solo un anno fa la sua troupe era riuscita a costruire un mantello invisibile ai rilevatori di microonde.
Il problema era che questo mantello era composto da metamateriali metallici (caratterizzati da un indice di rifrazione negativo) e presentava alti livelli di dispersione del segnale; inoltre funzionava solo a lunghezze d'onda superiori all'infrarosso e al visibile. Allora Zhang ha provato a puntare su un approccio diverso.
Via i metamateriali metallici, il nuovo mantello sfrutta le proprietà di materiali non conduttori come la silice.
Per testarne l'efficacia, i ricercatori hanno osservato il comportamento di un fascio di luce che colpisse una superficie piatta o la protuberanza del mantello. Il segnale derivante dalla rifrazione era praticamente identico.
Per ora l'esperimento ha dimostrato di funzionare bene a lunghezze d'onda comprese tra 1400 e 1800 nm (infrarosso), ma Zhang sostiene che la stessa tecnica può essere facilmente utilizzata per schermare le frequenze dello spettro visibile e che di qui a pochi anni sarà utilizzabile per scopi pratici.
I possibili campi di applicazione, del resto, sono svariati: dalla trasmissione dei segnali nei computer alla riduzione dell'impatto ambientale di interi edifici. Pare inoltre che l'aeronautica militare statunitense voglia sfruttare i principi del mantello per costruire velivoli Stealth di nuova generazione.
Intanto noi sognamo di averne presto uno tutto per noi per sparire dalle situazioni più imbarazzanti…